
Con gli USA entrati direttamente in guerra, a fianco del governo criminale e genocida d’Israele contro l’Iran e con l’obbiettivo dichiarato di “conquistare l’intero Medio Oriente, la “guerra mondiale a pezzi” rischia di trasformarsi molto velocemente in una guerra mondiale globale ed inevitabilmente termo nucleare!
Con la fine del dominio economico mondiale USA, ben evidente con la presidenza Trump, ed il protagonismo di altri importanti Paesi, la guerra economica fra blocchi contrapposti si sta trasformando in guerra delle armi.
I tre fronti di guerra: Medio Oriente, Europa (Ucraina) e Indo Pacifico dove si fronteggiano da lungo tempo Cina e Usa, si stanno velocemente connettendo ed ora con l’escalation medio orientale, il cui primo effetto è il genocidio del popolo palestinese, il rischio di una guerra mondiale termo nucleare è sempre più vicino.
Gli interessi economici, legati alle fonti energetiche in Medio Oriente della Cina, della Russia oltre che del “blocco occidentale” vengono così gettati sul piano militare.
Il nostro Paese che ha proseguito ad armare Israele e l’Ucraina senza soluzione di continuità e soprattutto a finanziare la Nato, divenuto strumento offensivo dell’intero blocco occidentale, ci proietta dentro questo terribile scenario.
Venerdì 20 giugno lo sciopero generale indetto da CUB, SGB, USB a cui hanno aderito anche i Sicobas, che ha visto l’adesione di centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori e la grande partecipazione di sabato 21 giugno alle due manifestazioni contro la guerra, in particolare quella indetta da “disarmiamoli”,
hanno dimostrato che buona parte dei settori popolari del nostro Paese chiedono la fine della partecipazione allo scenario bellico che si concretizza appunto con il sostegno bipartisan di Governo e PD, alla guerra scatenata dal blocco occidentale al riarmo, al sostegno della Nato.
Rifiutiamo l’assioma ideologico della superiorità della cosiddetta civiltà occidentale che è alla base della partecipazione alla guerra che sta già colpendo i lavoratori e i settori popolari del nostro Paese con l’aumento della povertà, della precarietà e del lavoro povero, i tagli al welfare e l’aumento del carovita.
Disertiamo la guerra, chiediamo l’uscita dalla Nato e la fine di ogni finanziamento all’industria bellica!
Invitiamo le lavoratrici e i lavoratori a proseguire nella mobilitazione contro la guerra e a partecipare a tutte le manifestazioni che facciano loro questi obbiettivi!
Di seguito, il comunicato in pdf.