Sanità all’abbandono nazionale

Sanità Pubblica in totale stato di abbandono. Previsti 2 miliardi in meno per il 2024.

La sanità pubblica è alle prese con una pluriennale e è impegnato nel contribuire a una moderazione della

cronica carenza di personale medico, infermieristico, sanitario e socio sanitario, eppure nella Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (NADEF) dell’attuale governo non c’è nulla rispetto alla cancellazione del tetto di spesa per il personale del SSN e, in generale, di tutta la PA, così come non c’è nulla relativamente a una vasta campagna di assunzioni.

Di fatto, nella NADEF, il governo si limita all’individuazione nella prossima legge di bilancio 2024 di un non precisato stanziamento di risorse per il triennio 2024-26 da destinare al personale del SSN, ma non è dato di sapere se queste saranno utilizzate per finanziare un emolumento una tantum per recuperare in minima parte la capacità di spesa persa delle retribuzioni o, peggio, le onnipresenti prestazioni aggiuntive o la detassazione parziale del lavoro straordinario secondo la sciagurata ipotesi, più volte circolata, di una flat tax per incentivare il personale SSN, già alle prese con condizioni e carichi di lavoro insostenibili e una impossibile conciliazione vita lavoro, ad allungare il proprio turno lavorativo, con ricadute negative sullo stress, la sicurezza, la salute psicofisica, la qualità delle prestazioni.

Invero, nella NADEF si riporta che la legge di bilancio finanzierà anche il rinnovo contrattuale (scaduto da 2 anni) del pubblico impiego, ma non si comprende se e in che modo il rinnovo interesserà la dirigenza o il comparto o entrambi. Di certo, se davvero si vogliono potenziare gli stipendi adeguandoli all’andamento dell’inflazione allora le risorse devono essere davvero massicce, altrimenti all’orizzonte si profilano le solite mancette che da 30 anni mantengono le retribuzioni delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità tra le più basse d’Europa.

Del resto c’è ben poco da aspettarsi da un governo che, con la nota del consiglio dei ministri dell’11 aprile 2023, si è impegnato nel contribuire a una moderazione della crescita salariale.

Tra le poche cose certe individuate nella NADEF vi è senz’altro l’agonia della sanità pubblica dei prossimi mesi, giacché per il 2024 vi sarà una riduzione per la spesa sanitaria di circa 2 miliardi di euro (a fronte di una richiesta delle Regioni di un aumento di almeno 4 miliardi), una spesa che, di fatto, passerà a 132,9 miliardi rispetto ai 134,7 miliardi del 2023.

In termini di percentuale di PIL significa che la spesa per la sanità nel 2024 scenderà al 6,2% mentre nel 2023 si attesta al 6.6%. E non andrà meglio nel 2025 e 2026 perché le percentuali si attesteranno rispettivamente al 6.2 e 6.1, e questo nonostante sia previsto un aumento della spesa per la sanità che sarà 136,7 miliardi per il 2025 e 138,9 miliardi per il 2026.

Senza giri di parole, con questo trend negativo che è ben lontano dalla attuale media OCSE di 7,1% dei paesi europei, si può drammaticamente affermare che siamo di fronte a un SSN sempre più sotto-finanziato e sempre più in totale stato di abbandono.

A soffrirne saranno sicuramente i cittadini che, di fronte all’ennesimo taglio di risorse sulla sanità pubblica, nei prossimi mesi si vedranno erodere il diritto costituzionale alla tutela della salute e dovranno sborsare di tasca propria somme anche importanti per le cure, mentre già oggi devono fare i conti con liste d’attesa infinite, una medicina territoriale fantasma, riorganizzazione dei pronto soccorso, tagli ai posti letto, depotenziamento di ospedali, chiusura di punti nascita e l’avanzata impetuosa del privato.

In questo senso pare essere profetica la stessa premier Meloni per la quale “sulla sanità è miope guardare solo all’aumento di risorse”.

IL 20 OTTOBRE SARA’ SCIOPERO GENERALE PER DIFENDERE LA SANITA’ PUBBLICA, GARANTIRE A TUTTE/I IL DIRITTO ALLA SALUTE E L’ACCESSO ALLE CURE E ALLE PRESTAZIONI, RIVENDICARE IL RINNOVO DEL CONTRATTO DEL PERSONALE SSN CON INCREMENTI SALARIALI CORPOSI, CHIEDERE ASSUNZIONI E STABILIZZAZIONI, FERMARE LA DERIVA PRIVATISTICA

Condividi: