2024 di austerità per le lavoratrici e i lavoratori

20 Ottobre 2023 – SCIOPERO GENERALE

In un quadro economico e sociale assai fino a 25mila, si tratterà in ogni caso di una misura,

preoccupante per un paese dove una persona su

quattro è a rischio povertà e dove la classe lavoratrice è strozzata da salari assai deboli a fronte di una inflazione che resta alta, lavoro povero, precariato, sfruttamento e morti sul lavoro, il governo ha presentato la Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (NADEF) rivedendo al ribasso le fin troppo ottimistiche previsioni su crescita del PIL e diminuzione del debito ipotizzate nel DEF di aprile.

La situazione internazionale permane molto complessa. Al conflitto in Ucraina che non accenna spegnersi e il governo Meloni continua a sostenerlo economicamente, si aggiunge ora il conflitto israelo- palestinese. La BCE prosegue con la sua politica dell’aumento dei tassi e permane una generale corsa speculativa agli extraprofitti, figlia di un comportamento opportunistico del sistema delle imprese (cit. pag 70 NADEF) che mantiene alti i prezzi energetici e dei generi alimentari, scaricando a valle i fantomatici costi di produzione. Che l’attuale inflazione a doppia cifra invece derivi dagli extra profitti del padronato, legata a questa esplosione dei prezzi, è un dato di fatto espresso dai maggiori analisti economici.

Dentro questa cornice, facendo seguito alle linee programmatiche della NADEF, il governo si appresta a varare una legge di bilancio 2024 in deficit dove austerità sarà la parola d’ordine. Dalla sanità all’istruzione, dalle prestazioni sociali alla pubblica amministrazione la stretta alla spesa è molto significativa, con percentuali rispetto al PIL che si abbassano e che sono foriere di nuove povertà.

Sul fronte salari è fin troppo chiaro che il governo non muoverà un dito. E anche se nella partita fiscale si confermerà la decontribuzione di -7% per i redditi

ancorché temporanea, posta in essere solo in linea con la politica del contenimento e della moderazione salariale come già riportato nella nota del Governo di aprile.

Rimane solo sulla carta la previsione di un rinnovo reale degli stipendi con i rinnovi dei contratti di pubblico impiego. Nella NADEF la previsione del rinnovo dei contratti del personale del pubblico impiego a partire da quello del personale della sanità è espressa in modi ambigui tali da far prevedere che per il personale sanitario, sempre che il contratto nel 2024 ci sarà, gli aumenti saranno ridicoli (nel documento è scritto “la legge di bilancio finanzierà anche il rinnovo contrattuale del pubblico impiego con una particolare attenzione al settore sanitario”). Per il resto del pubblico impiego si può agevolmente prevedere che non ci sarà nessun rinnovo contrattuale a fronte di risorsesono ancor più risicate e insufficienti a coprire un contratto triennale. Il tutto n assenza di un concreto piano di assunzioni stabili come è facile prevedere (nella NADEF la spesa per il pubblico impiego nel 2024 scende sia in termini assoluti che in rapporto al PIL).

Risorse che tuttavia il governo pensa invece di trovare per l’attuazione dell’autonomia differenziata, mentre non vi è nulla in materia di messa in sicurezza del territorio o di prevenzione e protezione dai disastri provocati dai cambiamenti climatici.

Sarà dunque un 2024 di austerità per le lavoratrici e i lavoratori che vedranno ancora arretrare le loro retribuzioni che continueranno a perdere capacità di acquisto in un contesto di tagli e spending review in tutti i settori pubblici.

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