Morti sul lavoro. L’indignazione di pochi minuti

Non passa una settimana che i TG non parlino di morti sul lavoro. Sono li, in prima notizia, il primo giorno. Il giorno dopo rari trafiletti di coda. Poi il silenzio, attorno a quelle “morti bianche”. Non mancano, come sempre, i comunicati sindacali, i quali riportano drammaticamente l’attenzione sul tema della salute e sicurezza sul lavoro. Ed ancora: l’aumento degli infortuni e l’impennata di quelli mortali, non possono essere considerati casuali. Ed ancora : vogliamo dalle istituzioni una profonda riflessione. Inaccettabile tragedia concludono. Per un giorno si susseguono dichiarazioni, prese di posizioni che puntualmente sfumano con il passare dei giorni. Sul “tavolo” di quei “crimini in tempo di pace” rimane il dolore di chi ha perso un padre, un figlio, una figlia, un amico, ecc. Il bilancio impietoso,esprime ancora una volta una finta indignazione,ma nessuna voglia di impegnarsi seriamente. Le norme ci sono, ma non è mai esistito un vero patto per la sicurezza tra istituzioni e parti sociali. Le norme ci sono,ma mancano gli Ispettori del Lavoro. In Sicilia i numeri sono desolanti, gli ispettori regionali sono appena 63. Le norme ci sono, manca l’informazione per costruire una vera cultura della sicurezza. a partire dalla scuola. Ancora una volta,puntualmente, si discute di potenziare la Cabina di regia del comitato, di un “Super Procuratore” Rimangono sullo sfondo, proposte e controproposte e disposizioni assurde vedi (Testo unico 1124/65) la vergognosa assenza di tutela assicurativa Inail per i Vigili del Fuoco, le Forze di Polizia di Stato, Corpo Forestale dello Stato,Polizia Penitenziaria. In attesa di una vera cultura del lavoro, muoiono il sindacalista della logistica travolto da un tir durante un picchetto; la giovane Luana ed appena ieri, Filippo, Roberto, Marco.

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