Brunetta, Draghi, cgil, cisl, uil – Un patto sociale che non serve ai lavoratori e che va respinto!

Il nuovo patto sociale siglato oggi dal Governo e cgil,cisl e uil e che Draghi dichiaratamente rimanda all’accordo con l’allora primo ministro Ciampi, accordo che aprì la nefasta fase ultraventennale della concertazione sindacale, non risponde affatto alle esigenze dei lavoratori e del Paese intero.

Un mix fra interessi corporativi delle organizzazioni sindacali firmatarie, che vengono assurte come soggetto monopolistico delle relazioni sindacali e dell’ideologia neoliberista dei tecnocrati al governo che, ancora una volta, rende prioritari “gli interessi dell’impresa” a quella dei lavoratori e dei settori popolari, i quali sono invece coloro che stanno subendo i pesanti effetti della crisi pandemica, economica e sociale.

Il “patto per l’innovazione pubblica e la coesione sociale” e il documento programmatico del ministro Brunetta  che lo ha anticipato di poche ore, non rispondono affatto alla necessità di fare fronte socialmente, attraverso il lavoro pubblico, agli  effetti di questa crisi epocale,  bensì esclusivamente al rafforzamento “qualitativo” di una parte ristretta della pubblica amministrazione (alcuni settori del comparto centrale) necessari per programmare e gestire il c.d. recovery  found  sotto dettatura della U.E.

La fine dei processi di privatizzazione, l’avvio di un processo di reinternalizzazione dei servizi, l’ampliamento del welfare state, un grande piano di ridistribuzione della ricchezza, il rafforzamento del lavoro pubblico, sono gli strumenti necessari per fare fronte alla dilagante disoccupazione e sottoccupazione e all’immiserimento complessivo dei ceti popolari del nostro Paese.

Nulla di questo è nemmeno minimamente indicato nel nuovo/vecchio patto sociale che è invece scritto nel solco delle politiche economiche di questi ultimi decenni e che ci hanno portato a questo stato di cose. Non a caso si incentivano ad esempio il welfare aziendale e le pensioni integrative a scapito del welfare universale e delle pensioni pubbliche.

 Un patto sociale che intende fare cassa con quello che è rimasto ad appannaggio dei lavoratori del nostro paese e contestualmente delinea le regole della pace sociale sancita per via formale.

Noi crediamo invece necessario rimettere al centro dell’attenzione anche dei lavoratori pubblici, l’utilità della riappropriazione degli strumenti del conflitto sindacale nel difendere e conquistare nuovi diritti per tutti.

Bologna, 10/03/2021

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