“È bello poter far vedere il futuro agli altri in momenti in cui a loro sembra che il futuro non ci sia più.” (Bebe Vio)

Scuola e Disabilità

Quanta grinta e adrenalina si è diffusa nelle piazze del nostro Paese in occasione di scioperi, manifestazioni sit-in di protesta di lavoratori di ogni categoria: minatori del salgemma siciliano, pulizieri delle scuole (sfruttati dalle cooperative) inseriti ad hoc nel famigerato “progetto scuolebelle”, raccoglitori di pomodori della Campania e molte altre.
Trovarsi, però, di fronte a tanti bambini disabili ed alle loro mamme che urlano il diritto alla inclusione scolastica commuove, innesca nella collettività un improvviso e forte turbamento, frustrazione.
Accanto ai bimbi, vi sono gli operatori igienico assistenziali (dipendenti delle aziende che gestivano l’appalto pubblico) con 20 anni di esperienza che resteranno a casa, dal mese corrente, ad ingrossare le fila della disoccupazione.
Al loro posto (con le medesime mansioni), i collaboratori scolastici, a cui viene riversata anche questa enorme responsabilità (di accudire i bambini con disabilità grave e non), dopo un corso a dir poco“miracoloso” di poche ore, organizzato dalle scuole.
Centinaia di ragazzi e le loro famiglie non troveranno più a scuola la loro assistente personale, né una situazione di tranquillità e fiducia che non è stato facile costruire nel tempo. L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità ha conosciuto fasi importanti nella storia della scuola Italia, in Sicilia si è tornati all’anno zero.
Gli articoli 34 e 38 della Carta Costituzionale dettano i principi fondamentali per l’emanazione di tutte le successive normative e pronunce costituzionali che hanno affrontato e risolto le incongruenze e le storture che di fatto si presentavano sul piano pratico. In Sicilia, si continua a parlare genericamente del bisogno di garantire livelli essenziali di inclusione scolastica, ma senza esplicitarne gli strumenti, i criteri, i dispositivi, gli obiettivi. E poi cosa si intende per inclusività? Il conseguimento di alcuni apprendimenti fondamentali? Il funzionamento accogliente o meno della comunità scolastica come luogo accessibile e di pari opportunità? La percezione degli attori può essere sufficiente a descrivere la qualità del nostro sistema di inclusione scolastica?
Questa resta una zona opaca le cui nubi devono essere diratate attraverso una battaglia sindacale, politica e sociale senza precedenti che tuteli le ragioni, i diritti, gli interessi delle fasce più deboli della società civile: i minori, i minori con disabilità, gli indifesi, i lavoratori. SGB c’è!

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