Salvini, il migliore alleato di Landini

Democrazia o fascismo sindacale

Lo “scontro” fra Salvini ed i segretari di cgil e uil, ad uso e consumo dei media a cui abbiamo assistito in questi giorni potrebbe sembrare uno dei tanti episodi del teatrino a cui ci ha ormai abituato la politica nostrana ma in realtà tratta di un tema vitale per tutti i lavoratori salariati: la democrazia sindacale ossia la possibilità per i lavoratori di decidere direttamente sulle loro condizioni di lavoro e l’utilizzo degli strumenti di conflitto per ottenere dei risultati.  

Lo “scontro” fra sindacati concertativi e Salvini è solo apparente.

È utile ricordare che la legge 146/90 correttamente definita Legge anti sciopero e sulla base della quale cgil e uil hanno dovuto ridurre lo sciopero nei trasporti e revocarlo in altri, non piove dal cielo ma ha preso vita dai cosiddetti “codici di autoregolamentazione dello sciopero” scritti da cgil cisl e uil che la sostennero apertamente per fare fronte “agli scioperi selvaggi dei sindacati di base”.

Una legge ed una regolamentazione da parte della commissione agita spesso contro i nostri scioperi compresa la clausola utilizzata per ridurre lo sciopero nei trasporti a cgil e uil e che quest’ ultime non solo conoscono molto bene ma che hanno sempre invocato contro i nostri scioperi. 

Anche recentemente diversi rappresentanti dei sindacati concertativi hanno invitato i lavoratori a non partecipare agli scioperi proclamati da SGB con gli altri sindacati di base “perché illegittimi”, si sono mossi insieme alle controparti per impedirci l’indizione di assemblee, partecipare a trattative o distribuire materiale informativo. 

Tasselli di quel sistema di “fascismo sindacale” che denunciamo da tempo e che ha come obbiettivo quello di mettere fuori legge i sindacati non concertativi attraverso l’ulteriore restrizione della democrazia sindacale.

Un elemento fondamentale per questo obbiettivo è il progetto di legge avanzato dall’ associazione padronale Agens che vuole assegnare ai soli firmatari di contratto nazionale la possibilità di indire scioperi nel settore dei trasporti e su questo ovviamente sia i sindacati concertativi che ampi settori della maggioranza istituzionale e della minoranza, concordano.  

E’ questo il fine ultimo del ridicolo “scontro” fra Ministro e sindacati concertativi

Non sono casuali le accuse pubbliche alla commissione anti sciopero da parte di Landini, Bombardieri e di esponenti partitici filo cgil di avere permesso ai sindacati di base lo sciopero generale il 20 ottobre scorso ed alcuni scioperi nei trasporti nei mesi precedenti senza, a dire loro, alcuna restrizione.

Come del resto non è casuale che il tema della rappresentanza sindacale che assegna ai soli concertativi i diritti sindacali, sia al centro degli scioperi regionali a scacchiera di cgil e uil.

Salvini buttandola in politica e usando toni da padrone delle ferriere ha fatto così un bel favore a Landini il quale oggi può ergersi a difensore del diritto di sciopero nel mentre lo sciopero del 17 novembre e gli altri regionali, hanno al centro un obbiettivo autoritario sul versante sindacale speculare a quello che il governo vorrebbe attuare sul piano istituzionale.

Del resto le mistificazioni nella propaganda degli scioperi di cgil e uil sono innumerevoli, ne citiamo uno per tutti: l’opposizione ai peggioramenti del sistema pensionistico varati dal Governo mentre contemporaneamente i sindacati concertativi gestiscono i fondi pensionistici integrativi insieme al padronato, capitalizzandoli attraverso lo scippo del TFR o del TFS con il sistema del “silenzio assenso” e con rendite che colano a picco ad ogni acuirsi della crisi economico finanziaria.

Un non sciopero quello del 17 e quelli seguenti che servono unicamente a rilanciare il ruolo corporativo di quei sindacati nel sistema di concertazione sindacale che ha prodotto una contrattazione con i salari più bassi d’Europa e con cifre che arrivano a 5 euro all’ora;  un vero sciopero quello del 27  novembre nel trasporto pubblico locale convocato su una piattaforma di progresso delle condizioni di lavoro e contro il progetto di legge della associazione padronale Agens e a cui parteciperanno SGB e tutti i sindacati di base.

E’ in ballo la democrazia nei luoghi di lavoro, o si sta di qua o si sta di là.

Di seguito, il comunicato in pdf

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