Da anni lottiamo per migliori condizioni di lavoro, più diritti e internalizzazione del servizio. 10 aprile 2° sciopero degli operatori e operatrici del sociale.

Dal primo lockdown, marzo 2020, non abbiamo mai smesso di incontrarci e di confrontarci sul nostro lavoro, il nostro ruolo sociale, la nostra figura, sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, su scuola, welfare e contratti del Terzo Settore.

A partire dalla consapevolezza che lavoratrici e lavoratori dei settori socioeducativo e sociosanitario, nonostante l’esperienza e la formazione di cui siamo portatrici/portatori, veniamo trattati come lavoratori lavoratrici di serie B, sia a livello contrattuale, sia per la riduzione di ruolo, progettualità e agibilità che ci vengono imposte in nome del controllo sociale e del risparmio delle risorse pubbliche. 

Ciononostante, nelle cooperative sociali e le aziende in cui lavoriamo continuiamo a rivendicare con forza ciò che abbiamo portato in piazza fin dalla prima giornata di sciopero nazionale nel lontano 13 novembre 2020, data importante per chi si riconosce in questo percorso unitario dei sindacati di base. Abbiamo sempre chiesto maggior investimento di risorse, migliori condizioni di qualità dei Servizi, maggior riconoscimento economico e di diritti della nostra professionalità condizioni che vorremmo si traducessero nell’internalizzazione dei servizi in appalto e del personale che vi opera. 

Nel terzo settore sono presenti tanti, troppi contratti nazionali diversi tra loro che alimentano frammentazioni e disparità tra lavoratrici e lavoratori che svolgono la medesima mansione. In un percorso che ci vede impegnati nella battaglia per l’Internalizzazione dei servizi pubblici e dei lavoratori e delle lavoratrici che ci lavorano, crediamo che la discussione sul contratto nazionale assuma un’importanza centrale. 

Riteniamo irricevibile il rinnovo del Contratto Nazionale delle cooperative sociali, che detengono la maggioranza degli appalti del welfare, firmato da cgil cisl e uil esclusivamente per aumentare lo spettro delle attività da esternalizzare (sanità) e la precarietà, prevedendo contratti determinati fino a 36/40 mesi in deroga peggiorativa alla legge e contratti stagionali per attività come centri estivi . 

La nostra piattaforma ( https://www.change.org/p/sostieni-la-piattaforma-alternativa-coop-sociali-un-altro-contratto-e-possibile,) la critica e il miglioramento delle condizioni contrattuali esistenti vorrebbe concretizzarsi con la conquista di un unico contratto di categoria pari a quello degli Enti Locali del pubblico impiego più in generale compreso quello della sanità. Infatti pur lavorando in servizi pubblici, siamo discriminati da un sistema di appalti a ribasso basati sul profitto di enti privati e sul risparmio delle risorse pubbliche a discapito di condizioni di lavoro e qualità dei servizi stessi.

Vogliamo essere artefici della tutela dei nostri diritti e quelli delle soggettività fragili con cui lavoriamo quotidianamente, questi due aspetti sono strettamente legati, per questo ci siamo costantemente confrontati sulle tematiche relative alla salute e alla sicurezza.

La scuola, in cui molti di noi lavorano in supporto alle disabilità e alle fragilità minorili, l’ennesimo tasto dolente del nostro lavoro ci vede tra quelle figure professionali con maggiori difficoltà (salari legati alle chiusure scolastiche e ammortizzatori sociali quasi inesistenti) di cui chiediamo da anni di internalizzazione del personale in appalto già operante a vario titolo, didattico, educativo e ausiliario.

Il 10 Aprile quindi sciopereremo per dare continuità alle nostre lotte

  • Un contratto unico e migliore con condizioni pari a quelle del pubblico impiego
  • Una cultura e un rispetto maggiore della salute e della sicurezza che necessita di protagonismo e di capacità organizzativa dei lavoratori e delle lavoratrici del settore, sia attraverso la denuncia da parte degli stessi di situazioni di irregolarità, mancanze e abusi, sia utilizzando i diritti sindacali come le 12 ore di assemblee retribuite annuali e l’elezione di propri rappresentanti: RSA (Rappresentanza Sindacale Aziendale), RSU (Rappresentanza Sindacale Unitaria) e RLS (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza) azienda per azienda.
  • Una scuola che sia inclusiva per gli alunni con disabilità e non solo, che dia valore sociale, professionale ed economico, alla figura dell’operatore/operatrice comunque venga definito dai territori (AEC, OEPAC, ASACOM, EDUCATORE etc).
  • Una scuola davvero sicura, che torni ad essere la priorità dell’agenda politica.
  • La fine degli appalti nei servizi pubblici essenziali e l’internalizzazione di lavoratori e lavoratrici come passo reale verso il miglioramento delle condizioni di lavoro e della qualità dei servizi

Sindacato Generale di Base

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