SICILIA. I LAVORATORI ARTICOLISTI, TRA MECCANISMI PERVERSI, PARADOSSI E POLITICA

La storia riguarda una platea di lavoratori dell’ex art. 23, legge del 1988, i cosiddetti articolisti. Tre infornate negli anni la prima nel 1988 la seconda nel 1989 e l’ultima nel 1990 con qualche rimasuglio negli anni successivi. 13.500 unità in media per ciascun anno, tutti entrati tramite ufficio di collocamento in base al criterio di anzianità di disoccupazione e qualifica chi con diploma chi con licenzia media e qualcuno con la laurea. Parliamo di 40 mila unità. Funzionava così: Un Ente Proponente, di solito un soggetto pubblico (Comune, Regione, Provincia ma anche Prefetture, Camere di commercio etc) , presentava i progetti di utilità e un ente attuante, di solito una cooperativa privata, che li prendeva in carico per farli lavorare in cambio del 20% dell’ammontare economico del progetto.Dal 1989 fino al 1996,gli articolisti erano né carne e né pesce, senza contributi pensionistici e con uno stipendio che da 480 mila lire. Una sorta di lavoratori in nero per conto dello Stato. Nel 1996 sono diventati Lavoratori Socialmente Utili, fuori dalle cooperative e direttamente a conto degli enti pubblici con versamenti figurativi e 800 mila lire di stipendio. Agli inizi degli anni 2000 hanno iniziato a trasformarli da LSU a contrattisti, ovvero lavoratori con contratti di Diritto Privato e versamenti contributivi ma con uno stipendio basso per via che erano utilizzati tutti per 18 ore settimanali. I contratti di diritto privato erano a scadenza varia da uno a cinque anni, tutto dipendeva dagli enti ove erano stati assegnati. Gli enti pubblici hanno assorbito questo personale in modo diverso. La Regione Siciliana li ha assunti prima a 18 ore per poi portarli a 24 e infine full time 36 ore e a tempo indeterminato nel 2012. Male è andata invece a quelli dei Comuni, assunti qualche tempo fa a tempo indeterminato, quindi impiegati comunali a tutti gli effetti, lasciandoli a 18 o 24 ore settimanali, in considerazione delle varie leggi regionali subentrate che elargivano ai comuni il contributo economico per mantenerli. Il meccanismo perverso: Questi lavoratori possono usufruire di una elevazione oraria decisa dal sindaco di turno ma sempre temporanea. Lavoratori che ha superato i 50 anni di età. Il paradosso: Con tutti i pensionamenti in atto nei Comuni siciliani, ci sono i soldi per passarli tutti full time anche perché molte volte sono rimasti solo loro in taluni uffici. SGB non consentirà che questi lavoratori continuino ad essere ostaggi della politica,serbatoi di voti . SGB incontrerà i lavoratori,per iniziare un percorso di lotta,per la riconquista della dignità perduta.

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