FERMARE IL GENOCIDIO

Questa la parola d’ordine della mobilitazione indetta dai sindacati di base raccogliendo l’appello
dei Giovani Palestinesi che proponevano di realizzare una mobilitazione anche ricorrendo a forme
di sciopero per il 23 febbraio e una grande manifestazione nazionale a Milano il 24 all’unisono con
quelle che si terranno in numerosi paesi di tutti i continenti.
Cessare il fuoco in Palestina e in tutte le guerre, diventa oggi un imperativo per il movimento dei
lavoratori e delle classi popolari, che vede crescere il rischio di un conflitto globale alimentati dai
tanti focolai d’incendio alimentati dalla crescente oppressione e spoliazione di interi popoli. Un
rischio che ci deve vedere in campo contro i blocchi militari contrapposti, contro le politiche di
riarmo e il militarismo crescente
In questo momento, il movimento di solidarietà con il popolo e la resistenza palestinese deve
concentrarsi intorno alla richiesta del cessate il fuoco immediato, accompagnato dal ritiro
dell’esercito israeliano da Gaza, dall’apertura di tutti i corridoi umanitari possibili per garantire il
massiccio e necessario afflusso di aiuti umanitari, la liberazione degli ostaggi israeliani detenuti a
Gaza in cambio della scarcerazione di tutti i prigionieri politici palestinesi, la fine delle incursioni
dell’esercito israeliano in Cisgiordania e il blocco degli insediamento illegali dei coloni sionisti.
L’economia bellica sta crescendo con percentuali impressionanti, gli USA primo produttore
mondiale hanno venduto armi per 238 miliardi nel 2023 con un aumento del 56% rispetto al 22.
Anche le industrie italiane con Leonardo stanno traendo grandi benefici da questa situazione
mentre la spesa per esercito e armi in Italia nel 2024 toccherà i 24 Mld, oltre al fatto che è stata
tolta l’Iva dalle armi, tutti soldi che verranno tolti alle spese sociali, sanità, scuole, pensioni, salari,
sussidi ai poveri, solo per citarne alcuni.
Mentre l’economia italiana e europea grazie alle guerre va male, i lavoratori vedono i loro già
modesti salari falcidiati dall’inflazione, molte fabbriche stanno chiudendo per il calo dei consumi
ed aumenta la precarietà lavorativa l’Italia è sempre più impegnata sui vari fronti di guerra sia
indirettamente come in Ucraina ed in Israele che direttamente come in Libano e nel Mar Rosso.
Fermare il genocidio a Gaza con i palestinesi fino alla vittoria
NO al riarmo e alle spedizioni militari!
sono le parole d’ordine di questa due giorni articolata in questo modo:
il 23 febbraio si svolgeranno scioperi, mobilitazioni, assemblee ed iniziative varie per creare
attenzione, informazione, coinvolgimento e partecipazione mentre il 24 si svolgerà una grande
manifestazione da Piazza Loreto a Piazza Duomo al pomeriggio con concentramento alle ore 14,30
CUB, SGB, USB, SICOBAS, ADLCOBAS, ADLVARESE, USI, CONFEDERAZIONE COBAS, SIALCOBAS, GPI,
UDAP, API.

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