No vax e Confindustria due facce della stessa medaglia!

Vogliono farci tornare indietro di secoli

I novax con il rifiuto di ogni evidenza scientifica e con il loro idealismo filosofico che nega la realtà materiale dei fatti e della storia contrapponendo un presupposto “diritto individuale” a quello collettivo, vorrebbero portarci indietro nel tempo, sostituendo la scienza con la superstizione ed ogni genere di complotto.

Ciò a scapito degli interessi dei lavoratori che nel nostro paese a seguito di grandi lotte a partire dagli anni 60/70 hanno ottenuto alcune importanti conquiste quali l’obbligo o la “forte raccomandazione” alla vaccinazione per chi opera in situazioni a forte rischio di contrarre alcune gravi malattie legate alla propria attività lavorativa.

La Confindustria che, con il consenso dei governi, ha obbligato per sete di profitto, i lavoratori della produzione e non solo, a lavorare nelle fasi più acute della pandemia e senza adeguate misure di sicurezza sanitaria, contribuendo così alla strage in particolare negli ambiti produttivi del nord, ora pretenderebbe di licenziare tutti coloro che non si sono vaccinati con un vaccino che a loro non è costato nulla perché prodotto solo grazie ai grandi finanziamenti statali. Un ritorno all’800 quando ai padroni era consentito guardare i denti agli operai per accertarsi della buona salute, così come si fa per i cavalli.

Non accettiamo quindi in alcun modo il terreno inquinato che vorrebbero imporci no vax e Confindustria a scapito di un approccio che metta al centro l’utilizzo della scienza a favore dell’interesse collettivo. 

Un ragionamento serio quindi sui vaccini in epoca di covid 19 non può che avere ben presente la portata mondiale della pandemia e delle implicazioni economiche, geopolitiche e sociali le quali evidenziano un utilizzo contradditorio e disuguale della medicina e delle scoperte scientifiche nel mondo.

Poniamo al centro del nostro agire il diritto al vaccino che, precisiamo, non è un farmaco curativo, ma una misura di profilassi preventiva e quindi non economicamente vantaggioso per le multinazionali dei farmaci che guadagnano prevalentemente con le medicine che si assumono di continuo.

E’ per questo che le multinazionali che continuano a mantenere la proprietà dei brevetti, hanno aumentato e intendono continuare ad aumentare i prezzi di vendita agli Stati. Il diritto al vaccino viene di conseguenza negato a centinaia di milioni di lavoratori e di abitanti delle zone più povere del pianeta.

Oggi Siamo di fronte allo sviluppo della variante delta e la vaccinazione è un elemento chiave per fermare o limitare i danni dell’epidemia.

La lotta al virus è internazionale. Gli annunci di “donazioni di vaccini” sono ancora una volta l’esercizio del potere dei Paesi ricchi sui più poveri.

Credere che saremo in grado di sconfiggere la malattia in un unico territorio è un’illusione. Per bloccare il virus bisogna sviluppare una solidarietà globale, che prevede il ritiro dei brevetti sui vaccini e sui trattamenti anti-covid.

La priorità quindi è per noi quella di garantire a tutti i lavoratori, ovunque si trovino, il diritto alla vaccinazione e a tutte le forme di difesa, di assistenza e di cura sanitaria; mentre oggi nel nostro paese il vaccino, viene utilizzato come arma di contrapposizione politica fra soggetti nemici dei lavoratori, con una polarizzazione mediatica che inquina seriamente il sistema informativo e formativo, che dovrebbe invece essere utile per una scelta consapevole al fine di una vaccinazione di massa contro la pandemia.

Un grande polverone utile a nascondere i veri problemi della sanità pubblica che certamente non sta a cuore né ai padroni di Confindustria né ai liberi professionisti delle “cure alternative” e “della giustizia” che dirigono in grande parte i movimenti novax. 

Un polverone molto utile anche a fare passare in secondo piano il pesante attacco al lavoro dipendente e alle condizioni di vita dei ceti popolari.

Fuori da questo polverone non serve essere medici od esperti per avere la consapevolezza della utilità scientifica del vaccino, così come la si ha per milioni di altre scoperte scientifiche che sono alla base della nostra vita quotidiana ed è per questo che auspichiamo che tutti coloro che possono, si vaccinino con l’obbiettivo della propria e altrui tutela sanitaria. 

Allo stesso tempo ci opponiamo ad ogni tipo di sanzione disciplinare o di decurtazione dello stipendio nei confronti dei dipendenti che decidano per ragioni di fragilità. come anche a quelle considerabili sbagliate, di non vaccinarsi; inaccettabile ancora più in questo contesto di crisi economica che sta letteralmente facendo piombare nella miseria decine di migliaia di lavoratori.

Di seguito, il comunicato in pdf

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