COMUNICATO STAMPA: PRIMI CENTO GIORNI DI LEPORE: NESSUNA SVOLTA PER I DIPENDENTI COMUNALI

Continua il fascismo sindacale nei confronti di SGB 

Proprio oggi, gli ineffabili dirigenti (i soliti) del Comune di Bologna hanno vietato l’assemblea sulla situazione in cui versano nidi e scuole materne ad SGB che ricordiamo è di gran lunga il secondo sindacato in termini di iscritti e voti alle rsu.

Lepore che in un incontro si era impegnato a chiudere la fase di apartheid sindacale, voluto e sostenuto dai sindacati “amici”  ed in particolare della cgil che hanno addirittura impedito in questi anni che la stessa rsu si riunisse una sola volta, ha risposto concretamente alle nostre richieste vietandoci l’assemblea e proseguendo sulla strada del suo predecessore.

Quello che segue è la premessa ad una richiesta di assemblea indirizzata a Lepore e che ci siamo accertati tramite la sua segretaria gli fosse consegnata:

“Signor Sindaco,
quella che segue è una richiesta di assemblea sindacale. La invitiamo a consentire il libero esercizio di assemblea retribuita ed a soprassedere all’ennesimo tentativo di impedire tale esercizio, ad essere conseguente a quanto dichiarato in altra sede. Certi che farà arrivare l’autorizzazione in tempi utili per i lavoratori ed i servizi, le porgiamo distinti saluti”

La risposta è arrivata oggi vietandola, senza nemmeno rispondere nel merito. Un divieto firmato dalla stessa nomenclatura dirigenziale miracolata dal sindaco Merola ed integralmente confermata da Lepore.

Ricordiamo che la vicesindaco Emily Marion Clancy e l’assessore Massimo Bugani, in occasione del referendum fra i dipendenti comunali, il più partecipato della storia del comune di Bologna con oltre 1800 votanti che hanno chiesto democrazia sindacale  e quindi il diritto di assemblea, si sono formalmente dichiarati a favore del diritto di assemblea ad SGB.

Ora che sono stati eletti chiediamo coerenza e rispetto delle dichiarazioni fatte e degli impegni presi.

Da parte nostra non attenderemo passivamente che questa giunta, al pari o forse peggio di quella precedente, calpesti i diritti dei lavoratori e i più elementari diritti democratici.

La giunta più progressista d’Italia? Sicuramente la meno democratica!

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