Chiacchierano persino di 300 euro. La verità è… negli stipendi ZERO
È di questi giorni la notizia, rimbalzata da molte testate giornalistiche, relativa all’approvazione di un emendamento nella legge di conversione del decreto sulla pubblica amministrazione, che dovrebbe contribuire ad aumentare le retribuzioni del personale delle amministrazioni locali per riequilibrare il gap salariale con il resto dei dipendenti del pubblico impiego.
In qualche caso si sono sparate cifre inimmaginabili (300 euro al mese di aumento), o aumenti in valore percentuale (il 58% secondo il Messaggero) che lasciano seriamente dubitare della attendibilità di chi le ha scritte.
La questione è bene che sia chiarita per non alimentare false illusioni circa l’operato di un Governo che scarica a Regioni, Province e Comuni l’eventualità di un aumento di stipendio.
Ma anche le amministrazioni locali (attraverso Conferenza delle Regioni, UPI e ANCI) hanno il peso di aver sollevato una questione, ma di non aver dato indicazioni chiare al Governo della direzione da prendere.
La vicenda va invece spiegata per bene. In sostanza l’emendamento concede la possibilità alle amministrazioni virtuose, e solo a queste con i conti in ordine, di superare il vincolo del tetto al salario accessorio incrementandolo fino a un importo pari al + 48%, ma solo per la parte stabile e non per quella variabile.
Questa possibilità deve tener conto però delle difficoltà strutturali in cui versano molte amministrazioni (soprattutto le piccole e medie). Per cui il possibile aumento si ridurrà in ragione delle esigenze di cassa delle amministrazioni.
Quindi aumenti ogni mese in busta paga? Assolutamente no. Questi soldi, per i pochi enti che potranno e decideranno di farlo, andranno interamente nei fondi del salario accessorio, ad alimentare posizioni organizzative, la quarta area contrattuale. E la valutazione, il meccanismo odioso che rende tutto discrezionale, dal salario di ciascuno al posto stesso di lavoro, introdotto ed accompagnato come sempre dai soliti vergognosi accordi sindacali di cgil cisl uil ed autonomi.
E, in ogni caso, anche laddove si potesse realizzare un qualche tipo di incremento (ad esempio sotto forma di produttività collettiva), i Contratti Nazionali hanno posto tali lacci e vincoli che non potrà che essere indirizzato a una parte limitata di personale e non sarà per tutti.
In definitiva non ci sarà alcun vero aumento, ma solo un possibile (ma non certo) incremento del salario accessorio destinato a pochi selezionati dipendenti ed a pochi Enti. Per tutti, negli stipendi, ZERO.
Per noi il salario va messo al sicuro negli stipendi mensili, ormai i più bassi in Europa grazie a 30 anni di complicità sindacale degli stessi soggetti: basta con le loro mance, discrezionalità e valutazione.
Ed infatti resta invece ancora insoluta la questione del Contratto, scaduto dal 2021 davanti ad un’inflazione del 17% nel periodo, e per cui SGB ha chiesto al Governo (e agli organi di governo locale) che intanto vengano erogate le somme stanziate in finanziaria.
Solo la pressione dei Lavoratori e delle Lavoratrici potrà portare un reale miglioramento delle condizioni economiche.